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- This topic has 12 replies, 12 voices, and was last updated 19/11/2020 at 09:15 by lillybuddy.
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12 Novembre 2020 at 18:21 #423
Ed eccomi arrivata ai mitici 5 anni dalla diagnosi…. che dal punto di vista clinico non mi danno proprio nessuna patente di tranquillità, ma sono un momento di riflessione e un’occasione per salutarvi.
5 anni fa a quest’ora ero accucciata in ingresso a piangere mentre i gattonzoli mi giravano intorno increduli, non sapevano cosa fare, non avevano mai visto la mamma singhiozzare così.
Ora sto scrivendo la mia tesi di laurea.
E’ difficile dare una definizione a questi 5 anni: sono stati tutt’altro che spensierati, e pieni di dolori, ma se mi guardo indietro sono stati i più vitali della mia vita da adulta, io non mi ricordo come fossi prima. O meglio, me lo ricordo ma non ne ho nessuna nostalgia: lagnosa, mezza depressa, perennemente inguaiata con l’imbecille di turno, insicura, ecc ecc. Senza obiettivi, senza prospettive.
Ora finalmente sono quello che sono sempre stata: una sonora testa dura, ma con tanta energia e tanta vitalità e con il desiderio di incanalarla solo in cose belle, strabattendomene altamente di chi non è in sintonia con me (anche se nel mio caso ad esempio è la mia famiglia di origine a essere un bel passivo, ma amen).
Mentre piangevo mi ricordo che decisi di trovare un appiglio per non lasciarmi andare: non avevo ancora visto l’Alaska, e non volevo morire senza aver preso una laurea letteraria.
Ho visto l’Alaska, e tanti altri posti incredibili: una bella mazzata smettere di viaggiare, ma la Natura qui vicino mi ha comunque offerto un bel rifugio. E nell’anno della Peste cambio pure il mio odiato lavoro, nuova Azienda dal 1 dicembre. Non ho dovuto aspettare il Covid per capire che la vita ci fa ripianificare tutto giorno per giorno, ma anche se so che verranno ancora momenti bui, sono sicura tutta la bellezza vissuta fino ad oggi mi darà ristoro.
Le famose oscillazioni ci sono sempre, ma so che la luce torna, non dobbiamo mai smettere di cercarla anche a costo di farci venire il torcicollo. Abbracciamola, abbracciamoci (anche se virtualmente).12 Novembre 2020 at 19:07 #5936Lillybuddy che bella questa chiave di lettura per i ‘tuoi’ 5 anni … tante cose fatte, progetti e tanta energia nuova. Direi un bel programmino *-)
Io ti abbraccio forte.
Eli12 Novembre 2020 at 19:26 #5937È importante riscoprirsi migliori. A volte la malattia ci forgia il carattere e ci riserva dei risvolti inaspettati. Bella questa tua “ode” ai mitici cinque anni, tutta positività e determinazione. Acquisire una maggiore consapevolezza e rafforzarsi sono traguardi invidiabili. Auguri e…avanti cosi ‘
12 Novembre 2020 at 22:39 #5938Che bello.. una gattara “testa dura” 🙂 🙂
Ho letto d’un fiato il tuo scritto e mi è piaciuto, oh se mi è piaciuto!(da matti).Felice del tuo bel bilancio di questi primi 5 anni!
Avanti così, mi raccomando
❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️13 Novembre 2020 at 10:00 #5940amica adorata, che gran donna sei!
13 Novembre 2020 at 19:05 #5945Lilli..accipicchia..dacci le tue coordinate..che ti stiamo dietro..concordo su tutto..e più di tutto l eliminazione degli imbecilli di turno..eh..eh..
14 Novembre 2020 at 21:28 #5952Hai perfettamente raggggggggioneeeee
14 Novembre 2020 at 23:52 #5953lilli che bel messaggio per tutte
16 Novembre 2020 at 11:13 #5964Grazie…. messaggio stupendo
16 Novembre 2020 at 13:25 #5967E’ sempre un piacere leggerti.
Qualcosa mi dice che eri in gamba pure prima
auguri17 Novembre 2020 at 16:07 #5977Cara Lillybuddy, prepariamoci a ripartire per nuove avvemture, sempre 🙂
18 Novembre 2020 at 17:04 #5989Cara Lilli,
non lo avrei mai detto ma questa strana malattia a volte “ci cura” rendendoci o semplicemente facendoci riscoprire più determinati o migliori di quanto credevamo.
Un grosso abbraccio e avanti tutta verso i prossimi traguardi.19 Novembre 2020 at 09:15 #5995Vi voglio bene preziose amiche!
Amo i gesti imprecisi,
uno che inciampa, l’altro
che fa urtare il bicchiere,
quello che non ricorda,
chi è distratto, la sentinella
che non sa arrestare il battito
breve delle palpebre,
mi stanno a cuore
perché vedo in loro il tremore,
il tintinnio familiare
del meccanismo rotto.
L’oggetto intatto tace, non ha voce
ma solo movimento. Qui invece
ha ceduto il congegno,
il gioco delle parti,
un pezzo si separa,
si annuncia.
Dentro qualcosa balla.Valerio Magrelli (Roma, 1957), da Nature e venature
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