Forums I nostri Pensieri La guerra

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  • #195
    beba2010
    Moderator

      C’è un articolo molto interessante sul Corriere della Sera di oggi, firmato da Pigi Battista (che ha perso qualche anno fa l’amata moglie proprio per un cancro) che prende spunto dai numerosi messaggi di solidarietà inviati negli ultimi giorni a Siniša Mihajlović.
      La retorica del linguaggio, in tema di cancro, sposta tutto su una metafora bellica: agguato della malattia, invasione di metastasi, difese del paziente eccetera. La conseguenza, però è il sovraccarico psicologico per il paziente (spesso definito eroe, guerriero, combattente) il quale finisce per credere che il proprio atteggiamento psicologico abbia in qualche modo a che fare con l’esito della “battaglia”. Se sei forte e valoroso e reattivo, vinci, se sei remissivo, perdi. E allora: se la malattia avanza, non avrò fatto abbastanza? Sarà in qualche modo anche colpa mia? Ci voleva un atteggiamento diverso?
      Nessuna evidenza scientifica.
      Smettiamo di caricarci di fatiche ulteriori, e al prossimo “guerriera” mandiamo amabilmente a ranare l’interlocutore.

      #2047
      silviach
      Participant

        Concordo pienamente.
        Anche se per il momento non ho motivo di sentirmi guerriera, trovo ridicola questa retorica.

        #2048
        giuseppem
        Participant

          E’ l’ennesimo frutto marcio di un sistema sociale che spinge per la competizione a tutti i costi, nel lavoro, nella politica, nei rapporti, nelle vicende personali come può esserlo la malattia. Da persona assolutamente anti-competitiva, pur per esperienza indiretta, non posso che sottoscrivere parola per parola quanto detto da Beba.

          #2049
          divierrre
          Participant

            quando ti dicono: “te sei forte”… un bel vaffac..o è pronto nei miei pensieri e qualche volta anche sparato senza peli sulla lingua….

            #2052
            mauraanna
            Participant

              io non mi sono mai sentita una guerriera o combattente ma, al contrario, una persona un po’ sfortunata alla quale è toccato il cancro.

              Sicuramente concordo con chi dice di non sentirsi un guerriero…almeno, io nel mio percorso di cura non mi sono mai sentita tale…e trovo un po’ fuori luogo questa retorica..

              #2055

              Non mi sono mai classificata nei confronti delle varie vicissitudini capitatemi..
              Nel senso che non mi definisco ne’ guerriera, ne’ eroina e nemmeno “sfortunata”
              Tantomeno grata, ovviamente!
              Semplicemente è successo..
              Il mio approccio alle malattie lo definisco normale, a volte mi sembrava tutto molto affrontabile, altre mi sono chiesta “ma non sarebbe meglio morire che non sopportare tutto questo?”
              (E non mi riferisco solo ai problemi di salute)

              Sono d’accordo con quanto scritto dalla cara Beba, e col fatto che tutto ciò implica un’ulteriore carico di stress!
              Ci manca pure il chiedersi se ci stiamo approcciando al meglio alla malattia e farci paranoie anche per questo.

              Mah

              Un abbraccione a tutti

              #2056
              lilia
              Participant

                Mi unisco a voi…ne avrei fatto volentieri a meno ma mi è capitato credo nella ricerca e nelle cure e speriamo bene ad ogni controllo…un abbraccio a tutte

                #2057
                milly59
                Participant

                  Anche io non combatto ed ho sempre mal sopportato le persone che ancora oggi si complimentano di come io abbia affrontato i giorni peggiori della malattia. Ma quello che ODIO è leggere tutti i sacrosanti giorni di come il cancro debba essere vissuto come un’opportunità.
                  Me le cercavo da sola le opportunità se ne avevo esigenza ed avrei fatto volentieri a meno del cancro.

                  #2058

                  Secondo me è anche un modo di rilanciarci indietro la palla e rifiutare di accettare il nostro dolore, la nostra fatica. Tu sei una guerriera, tu lotti, tu non perdi mai il sorriso, tu sei forte…. Così a me non pesa (o pesa meno) il senso di colpa di essere sano di fronte a te malata. E tante di noi stanno al gioco, per paura di apparire “perdenti”….

                  #2059

                  Sono in totale sintonia con il pensiero di Beba ed ancor di più con le “modalità di espressione” di Divi.
                  Come dire che a me è capitato perchè avevo la forza per sopportarne il peso…mavvaffa!!!

                  #2060
                  carolinacarolina
                  Participant

                    Non c è nessuna “battaglia” non puoi vincere una guerra contro te stessa. Non sono fortunata o sfortunata la vita accade posso solo scegliere come reagire

                    #2074

                    È un modo per scaricare su di te la responsabilità di quel che accade.
                    tra le tante scemenze che ho dovuto ascoltare in questi due anni, ne ricordo una in particolare:
                    “Sai anche una mia amica ha avuto un cancro qualche anno fa, ma ora sta bene.
                    Lei ci ha creduto “.
                    Quindi è facile no?!
                    Basta crederci e via il cancro: si torna sani.
                    E chi non ce la fa? Non è stato abbastanza bravo. Non c’ha creduto.
                    E già

                    Mi viene in mente l’episodio della malattia del film caro diario di Nanni Moretti:
                    Uno dei medici interpellati gli risponde che la guarigione dipendeva da lui
                    E se dipende da me… pensava Nanni.

                    #2083
                    milly59
                    Participant

                      Non so se avete visto la serie “La linea verticale” di Mattia Torre, quando l’ho vista la prima volta mi ero chiesta chi avesse potuto cogliere dei momenti così difficili, e trasportarli in una serie televisiva in modo così ironico ma così vero. Ora so come ci sia riuscito purtroppo, ma vi consiglio di vederlo.

                      #2125
                      lili
                      Participant

                        L’ho letto e mi sono trovata molto. Io penso che un po’ sia il modo che hanno i sani per smarcarsi dall’imbarazzo di essere sani.E poi una guerra implica un perdente. Allora chi non ce l’ha fatta forse non ha avuto abbastanza voglia???Comunque durante la malattia non me parlavo con non esperti proprio per liberarli dall’imbarazzo.Ora,quando incappo in queste discussioni penso sempre:beati quelli che non dovranno capire mai quanto sono vuote certe espressioni

                        #2126

                        È passato un po’ dal vostro messaggio però ho voglia di intervenire.
                        Condivido appieno quello che avete detto ed anzi la cosa che mi è pesata di più e’ stata durante la malattia questa responsabilizzazione.
                        “Cosa avrebbero detto ai miei figli…che non ero stata forte..che avevo perso?
                        So che non è facile avere a che fare con chi sta male ma ciò che dicevo sempre a chi veniva fuori con queste frasi è che a volte è meglio tacere.
                        Mi sono convinta che è un modo di chi si sente sano di  pensare di avere il controllo su cose che invece sfuggono ad ogni controllo.
                        Non sono frasi dette per noi …ma per rincuorare loro.
                        Ho visto donne e persone migliori di me non farcela e non farcela con il sorriso sulle labbra.
                        Bisogna finirla con questo luogo comune che è una battaglia, che se sei forte e ottimista vinci se non reagisci bene perdi.
                        Scusate lo sfogo…ma provo ancora rabbia al pensiero di quei tanti discorsi che aggiungevano angoscia all’angoscia.

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