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Tutto su mia madre Buon pomeriggio a tutte e a tutti! Inizio con il presentarmi. Mi chiamo Federico, ho 44 anni e scrivo dal Salento, dalla provincia di Lecce. Ovviamente non lo faccio per parlare di un'esperienza diretta, ma per raccontare la situazione di mia madre, Lucia, 68 anni a cui, nell'ormai lontano 1993, le fu diagnosticato un adenocarcinoma mammario al seno destro, trattato con una mastectomia eseguita nel reparto di Oncologia del Policlinico di Bari. Da allora, è seguito un periodo felice. Non fu necessaria nessuna terapia - mia madre ha un seno piuttosto piccolo ed, evidentemente, avvertì in tempo la presenza di quel nodulo - e Lucia poté tornare presto a lavorare - prima della pensione era un'impiegata postale - e a svolgere una vita felice. Anzi, forse più felice di quella precedente all'intervento. La consapevolezza della precarietà dell'esistenza umana la gioia di una vita che si rinnovava dopo la malattia modificarono, probabilmente, quei tratti a volte un po' ombrosi e depressi del suo carattere. Tutto bene, quindi. fino all'estate del 2019, quando iniziò ad avvertire dei banalissimi sintomi di un raffreddore o di un'influenza. Tosse, decimi di febbre, spossatezza. Ma i giorni passavano e, nonostante l'uso di farmaci antiinfiammatori, quei sintomi non passavano. La visita di un controllo da uno pneumologo - mia madre ha sofferto per due volte di broncopolmonite - consigliò il ricoverò in ospedale, dove, dopo giorni e giorni di esami, il referto fu impietoso. Di nuovo lui: l'adenocarcinoma mammario, questa volta al quarto stadio, con metastasi a livello del mediastino, dello sterno e di alcune vertebre. Questa volta decidemmo di affidarci al personale medico-oncologico del vicino Ospedale di Tricase (LE), pur potendo contare sempre sui pareri di uno specialista dell'Istituto Oncologico "Giovanni Paolo II" di Bari. Di comune accordo, a Lucia è stata fatta somministrare una terapia a base di letrozolo e di abemaciclib, più una flebo al mese di Zometa. Per un anno è filato tutto abbastanza liscio. Gli esami periodici sui markers tumorali hanno registrato una progressiva discesa dei loro valori - CEA da 19.40 a 3, CA15.3 da 63.10 a 31.70 - e anche l'ultima TAC di giugno non ha evidenziato variazioni in aumento del tessuto metastatico. Dalla fine di quest'estate, però, trovo mia madre meno reattiva, più astenica. Il tempo che passa a letto è diventato maggiore di quello in piedi e, soprattutto, una progressiva nausea e anoressia nei confronti del cibo che non sia la frutta o i dolci (biscotti o brioches) che assume a colazione o a merenda. Abbiamo sempre fatto presente questo fatto ai medici nel corso delle visite periodiche di questi ultimi mesi, ma non abbiamo avuto una risposta soddisfacente. Confesso di avere un po' paura. In questo periodo, mia madre è diventato il centro della mia vita e, insieme a mio padre e a mio fratello, stiamo combattendo una guerra per farla star bene. In questi tempi disgraziati, poi... tutto è esponenzialmente più complicato. Concludo con i miei più cari e sinceri auguri a tutte e a tutti i partecipanti a questo forum! Federico
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- 18/11/2020 at 19:32
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