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Come prendere aromasin? ciao a tutte, per favore qualcuna sa perché nel foglietto dell’aromasin dice di prenderlo dopo i pasti? per problemi di assorbimento del principio attivo o per problemi eventuali di nausea? lo chiedo perché ultimamente ho fatto un gran casino con gli orari e la cosa migliore per me sarebbe prenderlo al mattino prima di andare a lavorare, ma non ne posso più di fare colazione così presto, quindi lo sto prendendo a stomaco vuoto.
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- 13/10/2019 at 19:43
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la cardioaspirina farmaco preventivo incollo un paio di articoli di Melania Rizzoli su Libero quotidiano dopodiché prendo appuntamento con il medico di base per farmela prescrivere. incrocio le dita Cancro, la scoperta rivoluzionaria: è ufficiale, l'aspirina è un antitumorale 3 Marzo 2019 L' aspirina? Vi protegge anche dal cancro. L' acido acetilsalicilico infatti, non serve solo a diminuire l' infiammazione, la coagulazione, il dolore o la temperatura in caso di febbre, ma, se assunto regolarmente, potrebbe diventare presto una delle strategie principali nella prevenzione dei tumori. È stato dimostrato infatti che i Fans, farmaci antinfiammatori non steroidei, (Aspirina e i suoi derivati Moment, Oki, Brufen, Nurofen, Fastum, ecc) contrastano lo sviluppo di diversi tipi di neoplasie maligne, quali quelle del colon-retto, del seno e dell' ovaio. Una ricerca italiana, finanziata da Airc e da fondazione Cariplo, pubblicata sulla rivista British Journal of Cancer, frutto della collaborazione tra i ricercatori dell' Università Statale di Milano, dell' Istituto Europeo di Oncologia e dell' Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, ha dimostrato come questa classe di farmaci inibisca l' insorgenza dei tumori, agendo con un' attività antitumorale diversa nella cellula rispetto a quella antinfiammatoria, con una evidenza tale da spingere i tre Istituti a coordinare una ricerca comune per lo sviluppo di nuovi Fans mirati alla prevenzione neoplastica. Ed è stata creata la via per sintetizzare principi attivi più sicuri sotto il profilo tossicologico degli effetti collaterali, indicando come produrre chimicamente molecole prive di tali effetti legati all' azione antinfiammatoria, mantenendo però l' azione antitumorale. I Fans infatti, a dosaggio pieno, oggi non sono utilizzabili in trattamenti prolungati, in quanto possono provocare sanguinamenti, problemi gastrici, epatici, renali e cardiaci, quindi non possono ancora essere somministrati a scopo farmaco-preventivo dei tumori, anche perché non hanno una azione curativa sui tumori, ma solo preventiva. SOGGETTI A RISCHIO - La cardioaspirina, che contiene acido acetilsalicilico a dosaggio ridotto e gastro-protetto, oggi viene somministrata nei soggetti a rischio come terapia di prevenzione primaria o secondaria delle patologie cardiovascolari, ma è stato accertato che questi pazienti che la assumono quotidianamente, pur avendone la familiarità, non sviluppano il cancro del colon-retto, grazie alla sua potente azione antinfiammatoria. Come è possibile? Pur non avendo alcuna azione anti-neoplastica questa molecola semplicemente spegne le flogosi, quelle infiammazioni che sono ritenute responsabili della formazione dei polipi intestinali, molti dei quali sono destinati nel tempo a malignizzare e sviluppare il temibile adenocarcinoma intestinale. Non solo. Un altro importante aspetto sul quale sta lavorando il team di ricerca riguarda «la valutazione dei Fans anche nella prevenzione secondaria dei tumori», ovvero la cardioaspirina viene prescritta a chi è stato già ammalato, con l' obiettivo di ridurre il rischio di recidive e delle metastasi nei due anni successivi alla fine dei trattamenti antitumorali per diversi tipi di neoplasie. Uno studio condotto dai ricercatori dell' Università della California di Pittsburgh e San Francisco, pubblicato sul Journal of Experimental Medicine, ha inoltre dimostrato che questi farmaci da banco, così comuni e a basso costo, se assunti con regolarità per almeno sei mesi, allungano la vita dei pazienti affetti da tumori della testa e del collo inoperabili, inibendo la mutazione dell' oncogeni PIK3CA, frequentemente alterato in questo tipo di malattia, il cui tasso di sopravvivenza passa dal 40% (percentuale rilevata nei non utilizzatori di Fans), addirittura al 78% (percentuale misurata negli utilizzatori regolari di aspirina e simili). La conclusione di tale ricerca è che i Fans inibiscono la crescita delle masse tumorali riducendo o annullando la produzione della prostaglandina E2, una molecola infiammatoria nota per essere coinvolta in diversi tipi di cancro. NEOPLASIE - Che i Fans svolgano una potenziale azione antitumorale è noto da tempo, ma questi studi dimostrano e confermano l' azione benefica legata alla loro potente attività antinfiammatoria, essendo la flogosi sempre associata alla malattia neoplastica, la quale è concausa dello sviluppo di molti tipi di neoplasie maligne, con un chiaro e favorevole rapporto costo-benefici che diventerà fondamentale se si vuole trattare la generalità della popolazione e non solo i soggetti a rischio nella prevenzione di massa. In Italia nel 2018 sono state stimate circa 51mila nuove diagnosi di carcinoma del colon-retto, la neoplasia al secondo posto sia tra gli uomini che tra le donne, preceduta rispettivamente dalla prostata e dalla mammella, e una recente metanalisi ha sottolineato nell' ultimo decennio un aumento nel nostro Paese dei tumori del pancreas, ovaio e cervello, mentre è ormai evidente la riduzione del rischio già dopo il primo anno di trattamento con acido acetilsalicilico a basso dosaggio. L' aspirina, questa straordinaria molecola sintetizzata oltre 100 anni fa, capace di curare indistintamente l' influenza, la cefalea e di prevenire l' infarto, oggi rivela senza ombra di dubbio anche la sua azione preventiva contro il cancro: una buona notizia non solo per chi in futuro potrebbe evitare di essere colpito dalla malattia oncologica, ma anche per chi il tumore lo ha già sperimentato sulla propria pelle. di Melania Rizzoli Melania Rizzoli per “Libero quotidiano” (articolo di ottobre 2018) È il farmaco più conosciuto al mondo, scoperto dal chimico francese Charles Frédéric Gerhardt nel 1853, ma il cui preciso meccanismo d'azione fu conosciuto solamente nel 1970. L' Aspirina, chimicamente nota come acido acetilsalicilico, è un farmaco antinfiammatorio non steroideo (Fans), comunemente usato come antipiretico, come analgesico per dolori lievi, per le cefalee, per le piccole flogosi, per i sintomi influenzali, ed è classificato come antiaggregante per il suo effetto fluidificante del sangue, per cui, utilizzato a piccole dosi e a lungo termine, blocca irreversibilmente la aggregazione delle piastrine e quindi la formazione di trombi, per cui previene gli attacchi cardiaci, evitando quindi infarti del miocardio, eventi ischemici ed ictus cerebrali. Il nome 'Aspirin' fu coniato dalla Bayer, l'azienda farmaceutica produttrice, poi volgarizzato in diverse lingue, ed oggi si trova in commercio con i nomi di Ascriptin, CardioAspirin, Aspegic, Aspidol, Flectadol e diversi altri composti. Gli effetti collaterali più indesiderati, specialmente ad alti dosaggi per assunzione a stomaco vuoto, riguardano il tratto gastrointestinale, dove si possono avere ulcere ed emorragie, ma gli effetti benefici dell'aspirina sono talmente tanti e straordinari, da essere spesso prescritto in forti dosi immediatamente dopo attacchi cardiaci acuti, perché in grado di sciogliere in tempo anche le più complicate occlusioni coronariche. Una famosa ricerca del 2010, eseguita alla Oxford University su 25mila pazienti, ha mostrato inoltre, che una bassa dose di acetilsalicilico, 75mg, assunta quotidianamente per un periodo tra i quattro e gli otto anni, riduce sostanzialmente il tasso di morte di almeno un quinto per le comuni forme di tumori maligni, indipendentemente dal sesso, riducendo del 40% il rischio di cancro dell'intestino, del 30% quello dei polmoni, del 10% quello della prostata, del 60% per quello dell'esofago, mentre le riduzioni nel cancro al pancreas, stomaco, cervello, seno e ovaie sono state considerate probabili, anche se ancora difficili da quantificare,a causa dei ritardo dei dati, ma sulle quali fervono studi al riguardo. La notizia è che il mese scorso uno studio apparso sul New England Journal of Medicine, mette in guardia sull'assunzione della cardioaspirina negli individui che non presentano fattori di rischio vascolare, consigliando alle persone anziane e in buona salute di non fare uso di tale farmaco per proteggersi da infarto ed ictus, poiché, si legge nella ricerca, non trarrebbero alcun beneficio, anzi, sarebbero esposte ad effetti collaterali, elencando dati certificati dai quali emerge che tale comportamento non sarebbe utile alla riduzione degli eventi cardiaci. Cioè le persone completamente sane, secondo questo studio, non dovrebbero scegliere di prendere l'aspirina per ridurre il rischio cardiocircolatorio, e gli over-75 che la assumono quotidianamente, senza associare farmaci protettivi dello stomaco, sarebbero esposti a rischio di emorragie gravi e fatali. Per capire questa insolita e discutibile presa di posizione, che si riferisce soprattutto ai pazienti che assumono l'addio acetilsalicilico con auto-prescrizione, ossia senza controllo medico, e che hanno avuto effetti avversi, bisogna risalire al fatto che molte compresse di aspirina non sono gastroprotette, cioè non sono ricoperte da un film protettivo, quello che permette loro di passare indenni lo stomaco per poi sciogliersi nell' intestino, da dove poi agiscono in tutto l'organismo; questo perché la maggior parte delle aspirine, per avere un effetto immediato, devono degradarsi al più presto una volta assunte, oppure essere prese già sciolte come quelle che effervono in un bicchiere d'acqua, mentre quelle protette hanno un effetto più lento e costante. Ma per le terapie a lungo termine, quelle per intenderci preventive, è assolutamente necessario usare l'aspirina gastro-protetta, come è per esempio la CardioAspirin, che azzera il rischio gastrico di sanguinamento, a fronte di vantaggi ineguagliabili con qualunque altro principio attivo in commercio. Quindi rinunciare all'aspirina nei soggetti a rischio sarebbe una follia, poiché a tutt'oggi nessun altra molecola assicura una protezione certa dagli accidenti vascolari e soprattutto si è rivelato un principio attivo preventivo per molti tipi di tumori, quelli che insorgono a seguito di infiammazioni croniche non curate,( colon, stomaco, pancreas, polmone, esofago, prostata, laringe, fegato, utero, ecc), le quali, se lasciate agire indisturbatamente, dopo diversi anni sono in grado di malignizzare e quindi di sviluppare il cancro. Negli Stati Uniti infatti, nei soggetti con familiarità di cancro del colon, ormai da diversi anni l'aspirina gastro-protetta viene prescritta a dosi quotidiane per ridurre il rischio di sviluppare il tumore, con risultati talmente incoraggianti da estendere questa terapia preventiva anche per altri tipi di tumori maligni. Quindi, le uniche controindicazioni all' aspirina sono l'allergia accertata all'acido acetilsalicilico e i difetti ematologici della coagulazione, perché ad oggi non esiste un altro farmaco che concentra in una sola pillola un effetto preventivo non solo cardiovascolare ma soprattutto oncologico, grazie alla sua potente azione antinfiammatoria che spegne le flogosi, ovvero quelle infiammazioni che oggi sono riconosciute avere un ruolo cruciale nello sviluppo delle malattie neoplastiche. Per tutti questi motivi la comunità scientifica si tiene stretta questa straordinaria molecola sintetizzata oltre 100anni fa, capace di curare indistintamente l'influenza, prevenire l'infarto, e ridurre il rischio di cancro. 1 2
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- 30/03/2019 at 18:28
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sostituire il fegato metastatico https://www.repubblica.it/salute/medicina-e-ricerca/2019/03/05/news/padova_trapianto_di_fegato_da_vivente_e_l_organo_si_rigenera_in_15_giorni-220778924/?ref=RHRS-BH-I0-C6-P18-S3.3-T1 La procedura, effettuata su un paziente con metastasi, ha consentito di sostituire l’organo malato prelevando solamente il 20% di quello del donatore, e lasciando che i tessuti trapiantati si rigenerassero. È la prima volta che viene effettuata con tecniche mini-invasive di SIMONE VALESINI MEDICINA rigenerativa, chirurgia dei trapianti, oncologia. Sono questi gli ingredienti di un piccolo miracolo andato in scena a Padova: un trapianto da donatore vivente che ha permesso di guarire un paziente altrimenti inoperabile, sostituendo il fegato invaso dalle metastasi di un tumore al colon. Un’operazione in due fasi che rappresenta un’autentica rivoluzione: è solo la sesta volta al mondo, infatti, che viene eseguito un simile intervento, e la prima in assoluto in cui una parte della procedura è stata realizzata in video laparoscopia, una tecnica chirurgica mini-invasiva. L’operazione è stata eseguita da Umberto Cillo, direttore della Chirurgia Epatobiliare e dei Trapianti Epatici dell'Azienda Ospedaliera/Università di Padova, e dal suo staff. Il paziente – fanno sapere dall’Azienda ospedaliera di Padova – è un uomo di 47 anni affetto da multiple metastasi epatiche causate da un tumore del colon, e ritenuto inizialmente inoperabile. A rendere possibile l’intervento è stata la scelta di utilizzare una tecnica sperimentale definita Rapid, che consente la donazione da vivente con bassissimi rischi per il donatore. La procedura si divide in due fasi. Nella prima il team di chirurghi, coordinato da Cillo, ha prelevato il lobo sinistro del fegato del donatore, una struttura che rappresenta solamente il 20% della massa epatica totale, impiantandola al posto di quella del paziente. Una procedura di per sé rivoluzionaria, perché fino ad oggi il trapianto da vivente veniva realizzato utilizzando almeno il 60-65% del fegato del donatore, con rischi evidentemente maggiori per la sua salute. La vena che garantisce l’afflusso di sangue alla parte destra del fegato è stata quindi occlusa, deviando tutto il flusso di sangue, ricco di fattori di rigenerazione, alla parte sinistra appena impiantata. Il fegato destro malato è stato lasciato in sede per aiutare l’organo trapiantato a svolgere le sue funzioni. E nel frattempo la porzione sana ha iniziato a rigenerarsi, aumentando velocemente di volume. Dopo due settimane il paziente è stato sottoposto a una Tac per verificare le dimensioni raggiunte dalla porzione di fegato sana, e avendo constatato che l’organo aveva raggiunto più del doppio del volume iniziale, ed era quindi in grado di sostenere la vita del paziente, i medici di Padova hanno dato il via libera per la seconda fase dell’intervento: la rimozione del fegato metastatico. L’intervento è stato realizzato interamente con tecnica mini-invasiva, e si è rivelato un successo: il paziente – spiega l’azienda ospedaliera di Padova – è tornato a casa e oggi ha ripreso le sue normali attività. “Si tratta di una strategia che apre la strada a risorse di donazione aggiuntive per chi è in attesa di trapianti”, commenta Cirillo ad AdnKronos Salute, “caratterizzata da un bassissimo rischio di complicanze per i donatori, considerato che abbiamo usato solo il 20% del fegato”.
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- 06/03/2019 at 10:16
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